Per molti lavorare all’estero è l’unica opportunità per cercare di sistemarsi e uscire dalla crisi di disoccupazione in cui tanti, troppi, si trovano. Bisogna però prestare attenzione a non cedere in facili entusiasmi e credere che lavorare all’estero sia la panacea di tutti i mali. Non che il lavoro sia migliore o peggiore, ma che anche all’estero non è sempre semplice trovare impiego e che ci sono una serie di fattori “accessori” che vanno presi in considerazione.
La crisi del mondo del lavoro
Come abbiamo anticipato è bene aprire gli occhi e non cedere alla tentazione di considerare migliore solo ciò che è diverso e lontano dall’Italia; certamente molte criticità sono ridotte o assenti, ma è altrettanto vero che la crisi del mondo del lavoro non è un fenomeno solo nostrano e, seppur con tassi e dinamiche diverse, anche gli altri Paesi la vivono. A conferma di questo basti pensare che siti specializzati come newslavoro.com vengono consultati migliaia di volte al giorno e questo è indicativo di quale sia la richiesta.
Dove andare
Altrettanto importante è decidere dove lavorare all’estero; infatti non tutte le mete sono uguali sia in termini di opportunità che di difficoltà di ambientamento. Fondamentale è la conoscenza della lingua e partire senza saper comunicare con le persone del posto è un problema piuttosto difficile da superare. In questo senso la conoscenza dell’inglese si rivela sempre utile anche se ci si reca in altri Paesi diversi dal Regno Unito.
Gli altri due grandi aspetti da considerare quando si decide di andare a lavorare all’estero sono quelli relativi ai documenti e alla casa e in alcune realtà questi aspetti sono molto legati tra loro. Se decidete di lavorare in un Paese dell’Unione Europea è sufficiente la carta d’identità per circolare liberamente, ma per potersi stabilire in quel posto e trovare un’abitazione stabile le condizioni variano da Paese a Paese ed è bene informarsi per avere le idee chiare prima ancora di partire. Per l’alloggio è bene anche considerare, salvo conoscere qualcuno in grado di ospitarvi, un periodo iniziale di sistemazione nel quale trovare effettivamente lavoro e poi poter ottenere i documenti necessari.
Il tipo di lavoro
Infine bisogna considerare il tipo di lavoro che si vuole fare. Se si parte già con un contratto firmato è un discorso, molto diverso invece se si parte con lo scopo di trovare lavoro. In questo caso i tempi di sistemazione si allungano e i costi aumentano (essendo i primi tempi solamente di spese senza guadagni) ed è bene preventivarli per non rimanere scoperti o turbati. Lavorare all’estero è una grande opportunità che va però colta e affrontata con cognizione di causa, evitando di tuffarsi in un oceano ignoto di buone speranze e poche certezze. Nell’attesa di partire o di individuare il tipo di lavoro da fare può rivelarsi strategicamente utile seguire corsi di formazione e approfondimento per perfezionare le proprie competenze; si tratta sicuramente di un investimento nella propria crescita professionale fondamentale che nel corso del tempo tornerà sicuramente utile e viene apprezzato anche in sede di colloquio e selezione del personale.