Grazie alle tecnologie che negli ultimi anni si sono diffuse maggiormente come smartphone, tablet e netbook e alla sempre maggiore copertura internet sia mobile che fissa, sono cambiate le nostre abitudine in tutti i settori della nostra vita.
Per sapere una notizia avevi la necessità di accendere la TV o acquistare un quotidiano in edicola mentre ora ti basta aprire il browser del telefonino e sei aggiornato in tempo reale.
Questo però ha comportato uno spostamento della “forza lavoro” facendo perdere posti all’editoria fortemente in crisi. Di contro sono aumentate le richieste di informatici, consulenti SEO e sistemisti che ovviamente sono fondamentali per questo tipo di lavori.
La difficoltà che incontrano le vecchie generazioni è nel capire il passaggio generazionale e adattarsi. In molti infatti si chiedono del perché si debba consultare una guida TV ad esempio o un quotidiano online e non acquistarlo in edicola? Per prima cosa il concetto da far passare è quello della tempestività degli aggiornamenti. Chiunque in famiglia ha un parente appassionato di serie TV o fiction e molte volte si chiede come mai sia cambiato il palinsesto.
Questo problema nella consultazione online non sorge in quanto gli aggiornamenti avvengono in tempo reale e sono immediatamente fruibili da tutti. Chiaro che sono necessari sia i mezzi che un abbonamento internet ma sono cose che rientrano ormai nell’ordinario di tutti i giorni. Un tempo i nostri nonni non sapevano come gestire un telefono fisso.
Adesso i nostri genitori come gestire uno portatile. I programmi TV di oggi non sono più il vero business ma lo è diventato tutto ciò che ruota attorno al web come i social e i blog che permettono la vera interazione con la testata o il canale televisivo. Rimane sempre il piacere di avere qualcosa di cartaceo tra le mani, come in molti amano un buon libro ancora invece della sua versione elettronica. Si tratta semplicemente di tempo. Con il cambio generazionale sparirà il concetto di “materiale” per lasciare posto al “virtuale”. Wikipedia ha mandato in pensione tutte le enciclopedie, ed il web in generale farà lo stesso con tutto il resto.
Confronto impietoso tra web e TV
Abbiamo avuto modo di fare alcuni paragoni prendendo spunto dai dati auditel e confrontandoli con quelli dei siti web offerti sia da Google stessa che dai vari tools presenti sul web. Ogni giorno guardano la TV in 20 milioni di persone circa che si dividono in maniera piuttosto equa tra i due colossi Rai e Mediaset e 5 milioni sulle pay tv con la fetta più grande gestita da Sky.
Un singolo programma di successo può arrivare anche a superare i 10 milioni di persone in una serata, ma sono casi piuttosto rari. Adesso prendiamo questi dati e confrontiamoli con le persone che navigano in rete. In Italia sono presenti oltre 40 milioni di abbonamenti internet e non tutti sono utilizzati da una sola persona. Esempio classico sono gli abbonamenti fissi da ufficio e casa.
Quindi parliamo di un esercito di oltre 50 milioni di persone che ogni giorno si muove alla ricerca del suo ultimo programma preferito o dell’ultima news. Questo sta mandando in crisi quello che era il sistema tradizionale che rischia di chiudere battenti sul cartaceo e limitarsi estremamente sul web dato che i costi di una redazione rimangono uguali, crescono quelli di gestione ma diminuiscono le entrate. Tutto quindi riconduce ad una semplice domanda: può davvero il web aiutare e agevolare la fruizione dei contenuti come li abbiamo sempre conosciuti oppure è uno strumento che va affiancato al tradizionale cartaceo?
Di una cosa siamo certi, ovvero il web ha avvicinato tantissimo le persone a quelle che sono le tematiche preferite generando però quello che viene definito un problema, la regolamentazione dei contenuti. Se un semplice blogger può permettersi di gestire un magazine online come può una grande azienda fare lo stesso con tutti i costi che ne conseguono?